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Scuola di Aikido affiliata all'associazione di cultura tradizionale giapponese

Aikikai d'Italia


Può sembrare un concetto astruso dalla nostra mentalità squisitamente occidentale, fatto di divisioni e separazioni tra la nostra identità, unica e distinta, e le altre vite che ci circondano, separate da noi. Ma se salirai –  virtualmente –  con me sul tatami proverò a mostrarti dove questo concetto riesce a emergere nella tua pratica.



Seguimi: hai appena indossato i panni di colui che è destinato a “vincere” (Uke) e immediatamente sorge in te un senso di supremazia e potere nei confronti di chi è destinato a ricevere le tue tecniche fino a rimanere “sconfitto” (Tori).


Questo sentimento ti spinge a “strapazzare” un po’ il tuo avversario. Magari ti fai prendere la mano dalla situazione e l’esecuzione della tecnica lascia spazio alla forza fisica. Imponi la tua forza al tuo compagno e finisci per fallire.


Hai appena fallito non solo perché il contrasto durante il confronto è aumentato (se usi la forza su di me, non sto lì a prenderle: pur essendo consapevole del mio ruolo, in sede di allenamento, di “sconfitto”, proverò a oppormi e contrastare la tua forza e magari a ribaltare la forza della tua tecnica contro di te), ma hai fallito soprattutto perché non sei riuscito a metterti da parte; ad accantonare l’aspetto più brutale del tuo animo: la mancanza di rispetto, l’ego.


Tu, la tua ingombrante presenza, la tua forza siete stati talmente presenti sul tatami da non avermi permesso di armonizzarmi con te.


Per pigrizia, stanchezza mentale o semplice disinteresse, hai trattato me, tuo compagno di pratica – oramai sconfitto – da tuo nemico, mettendomi in difficoltà morale prima che fisica.


La nostra armonia è sfumata. Ce ne saranno altri, questo non tornerà più.


Ora torniamo alla tua impresa: ti capita mai di vestire i panni dell’uke nella tua quotidianità imprenditoriale? Hai mai fatto mente locale sul fatto che potresti incontrare anche tra banche e commercialisti i tuoi Tori?


Be’ ti svelo questo: ogni giorno incontri una moltitudine di Tori.


I tuoi tori sono proprio i più “esposti” compagni delle tue peripezie aziendali: sono i tuoi dipendenti, i tuoi partner o fornitori di materiali o di consulenze. Sono loro che, sottostando alla definizione del tuo business, ricevono ogni tuo attacco; sono loro, chiamati dal tatami della tua imprenditorialità, a vivere l’altra parte del tuo business.


E tu sei un buon Uke? Ti impegni fino in fondo affinché la vostra pratica risulti una crescita per te e il tuo Tori? O forse, salendo sul tatami del tuo business demotivato, stanco o deconcentrato non porti il giusto rispetto a chi sta praticando insieme a te? Magari “calchi un po’ la mano”, anche quando il Tori si è arreso e non oppone più alcuna resistenza, oppure semplicemente non t’importa che possa svolgere la sua pratica al meglio (saltando un appuntamento con lui all’ultimo - magari anche senza avvisare -, non rispondendo al cellulare quando ti chiama, non restituendo un tuo feedback a una sua proposta).


L’Uke sincero che si prende cura del Tori, pur nell’autenticità del confronto, è sempre stato per me il miglior insegnamento che un tatami potesse offrirmi, anche nel business.


Perché quando scenderemo dal tatami, io e te saremo cresciuti entrambi all’unisono, in armonia, proprio come ci insegnano le leggi non scritte dell’Aikido.


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AIKIDO e impresa

l'Awase nel Management

(apptofondimento di un praticante di Ganbaru No Kai - Aikido Dojo)



Immagina di essere un imprenditore, oppure un politico, oppure semplicemente una persona normale ma con una visione, pronto a realizzare il proprio progetto. Ora immaginati mentre stai abbozzando il prospetto della tua impresa: analizzi i piani finanziari alla luce di costi fissi e variabili, inizi a definire gli accordi commerciali, poi passi alle trattative con gli istituti di credito, fino a definire i piani di ingegneria fiscale, analisi sociodemografiche e di settore per il marketing.


Lascia che ti anticipi questo: sei sicuro che tutto ciò sia destinato a risultarti utile?

Perché se nella pianificazione della tua avventura imprenditoriale perderai di vista il rispetto nei confronti di una fondamentale virtù, tutto l’impegno profuso nel tuo business potrebbe essere destinato a restare infruttuoso.


E se vuoi sapere il nome di questa necessaria virtù, ti accontento subito: “il rispetto nei rapporti di forza tra Tori e Uke”.


Tori e Uke? Faccio un passo indietro, perciò seguimi.


Sono un aikidoka, pratico infatti nel Dojo Ganbaru No Kai da anni questa affascinante quanto complessa arte marziale. Una delle prime indicazioni che mi sono state impartite è di una chiarezza cristallina: sul tatami il protagonista è rappresentato dal connubio di due praticanti che si fronteggiano e che simulano varie tecniche d’attacco e di difesa; questo confronto termina inevitabilmente con un praticante sottomesso attraverso l’uso di proiezioni (NAGE) o leve articolari che conducono a chiusure, strangolamenti o annodamenti (SHIME/JIME).


Uno dei più semplici insegnamenti che mi sono stati passati dai miei Maestri è che, nell’Aikido, il combattimento in quanto tale non esiste ma già da subito si conosce l’esito della pratica.


Nessun contrasto, nessuna prova di forza e nessuna violenza. Semplice… o forse no.


Perché qui interviene un concetto che deve essere interiorizzato prima che appreso: il concetto di AWASE (armonizzarsi tra Tori e Uke, coordinare le proprie tecniche fino a diventare una sola entità con il partner).



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